Affermatosi negli anni '20 del novecento italiano, il fascismo invase prepotentemente anche i paesi di un territorio tradizionalmente antifascista. L'operosa Feletto, progressista, sede della più vitale sezione socialista friulana, e l'agricola Tavagnacco, conservatrice, ma reticente alle prevaricazioni estremistiche, mal accettarono l'avvento di un regime dispotico e totalitario. Ma poi dovettero adeguarsi, subendo l'umiliazione di un condizionamento endemico che si infiltrò nei vestiti degli scolari, nelle piazze e nelle strade dei paesi, nelle tradizioni e nelle feste locali.
Una violenza che poi toccò i sentimenti delle persone, flagellate da lutti e tragedie.
Come il martirio di 13 partigiani che, nella loro ultima primavera, lanciarono un grido soffocato dal cappio.
Oggi il loro sacrificio è ricordato nel nome di una strada.
Eco e testimonianza del valore della libertà.